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Formazione per insegnanti, animatori, educatori e direttori di coro

La Musica è habitus, consuetudine, familiarità, “casa”.
E’ conoscenza di sé e dell’altro. È cultura che accende desideri di culture.
È sguardo di Bellezza e sensibilità.
È relazione.

Premessa

È possibile, quando il percorso inizia dall’infanzia, ottenere che la musica divenga davvero un habitus che accompagnerà la vita, un abito su misura per la mente e l’anima, un’abitudine intesa come familiarità, in cui liberamente trovare sé e l’altro, non solo un “evento” sporadico, senza radici, superficiale forma di esibizione di sé.

Il picco massimo di sviluppo dell’orecchio interno è stabilito tra i 4 e i 6 anni: questa è la ragione per cui ideale è iniziare a gettare semi e a nutrire il terreno sin dalla scuola dell’infanzia.

Argomenti

L’approccio pedagogico-didattico
Come educare e sviluppare le potenzialità della voce infantile
Cenni di tecnica di direzione
Il repertorio
Obiettivi

I due diversi “ambienti” comportano altrettanti possibili campi di obiettivi, determinati dalle varianti che entrano in gioco in ciascuno: – nel gruppo classe non vi è selezione alcuna; la classe non sceglie di far musica, ma questa rientra nelle attività didattiche; si opera su un gruppo che è unito anche nel percorso scolare; si pongono le basi fondamentali per lo sviluppo della musicalità, dell’orecchio, dell’ascolto: un’immersione totale nella musica – il coro extracurriculare comporta un primo livello di selezione, dato semplicemente dalla scelta di parteciparvi; il gruppo può essere eterogeneo come età dei partecipanti e anche come predisposizione del singolo; gli obiettivi salgono un po’ più in alto, indirizzandosi verso competenze più specifiche, come la ricerca di un suono intonato e bello, come la capacità di leggere lo spartito sempre più autonomamente; si sceglie repertorio più impegnativo; si costruisce un gruppo nuovo, con dinamiche nuove.

Modalità

Anche la modalità didattica e di linguaggio saranno proporzionati ai diversi “ambienti” in cui si opera, benché non si modifichi, comunque sia, la consapevolezza dell’importanza del nostro modello, che dovrà sempre essere musicale in modo completo.

Attività
Nel gruppo classe, come si diceva, si produrranno attività che consentano lo sviluppo globale della musicalità, considerando di aver soprattutto il compito di “nutrire” di musica i bambini: ascolto, canto (repertorio accompagnato, a cappella, canto con le note, canoni), sviluppo del ritmo (attraverso la coordinazione fisica, la parola, la lettura), lettura.
Nel coro extracurriculare si svilupperà con maggior attenzione l’idea del coro, avvicinandosi alla pratica corale completa: affinamento della capacità tecnica di emettere un suono corretto e intonato, sviluppo della polifonia (due e tre voci).

Contenuti delle attività

In classe
– Partiamo: La musica nasce e torna nel silenzio – comprendere e instaurare la giusta “abitudine” per accogliere la musica
– Chironomia, per sviluppare l’intonazione, interiorizzare gli intervalli e il ruolo dei gradi della scala
– Ritmo, dal ritmo delle parole ai pattern ad imitazione, poi a canone
– Ritmo con il corpo
– Repertorio, per cantare con la poesia: da una voce alla polifonia, passando per i canoni; opere teatral-musicali.
– Ascolto guidato, per accompagnare i bambini nell’avventura totale del “racconto” musica. – Infine…Lettura, con il metodo Goitre (“Casa delle Note” e sue variazioni), dalla lettura su un sistema a più sistemi, da una voce alla polifonia.

Nel coro extra curricolare
Le attività sono per la maggior parte identiche, portate ad una maggior consapevolezza, in più:
– Costruisco il coro, una nuova realtà, quali attenzioni
– Instauro l’abitudine al “riscaldamento”
– postura, esercizi fisici e vocali
– Repertorio
– polifonia

Restituzioni finali
Portare la musica appresa ad un pubblico, costituisce parte integrante del processo di apprendimento: questa fase mette in gioco più profondamente la conoscenza, prima e l’affinamento poi, della propria sensibilità emotiva. La musica è un dono che va ricevuto e offerto, che va condiviso, la musica esiste per far risuonare le corde più profonde di chi la dona e di chi la riceve, in un unico grande abbraccio.

Si prenda quindi con molta delicatezza questa fase, spesso troppo facilmente schiacciata dal peso della “prestazione”, mettendone a rischio la grande occasione di crescita emotiva degli allievi (nonché del pubblico, che educhiamo, indirettamente, nella stessa misura).